Bambini e bambine che si accalcano con in mano piatti e contenitori alla ricerca di un pasto: immagini che ben raccontano una tragedia con la quale il popolo palestinese deve convivere, non solo a Gaza, ma anche in Cisgiordania dove migliaia di persone devono fare i conti con la crisi alimentare. È stato approvato dalla giunta comunale di Torino su proposta del sindaco Stefano Lo Russo il progetto “Akli Baladi”. In arabo significa “mangia locale” e vede la Città di Torino come capofila di un folto gruppo di città italiane e palestinesi, associazioni, oltre che di tre atenei ed enti del terzo settore, tra cui Slow Food Italia, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di politiche alimentari urbane inclusive, sostenibili e resilienti nelle città palestinesi della Cisgiordania in un momento di forte criticità. L’obiettivo delle città italiane del progetto (Assisi, Bergamo, Bra, Caltagirone, Pavia, Reggio Emilia, Sesto Fiorentino) è di accompagnare le loro città-sorelle, dove anche gli agricoltori vivono una situazione difficile, supportandole nel rafforzamento delle politiche alimentari locali, via maestra per assicurare il diritto al cibo adeguato ai propri cittadini. Previste la creazione di punti di valorizzazione dei prodotti locali e di educazione alimentare e il miglioramento della qualità delle filiere dell’olio, il prodotto che meglio rappresenta la Palestina, proveniente da ulivi coltivati su terrazzamenti che disegnano da secoli questi paesaggi, del dattero e del miele. Tra i risultati attesi: il potenziamento degli interventi utili a connettere urbanizzazione, cibo e agricoltura nei governatorati di Betlemme e di Gerico; il rafforzamento della governance alimentare degli enti territoriali palestinesi e delle loro reti, in sinergia con gli omologhi italiani; il miglioramento dell’offerta educativa e formativa sulle politiche alimentari urbane in Cisgiordania. Il valore del progetto, della durata di 36 mesi, è di 1,7 milioni di euro, proveniente principalmente dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, mentre la parte rimanente è coperta dal partenariato.
(© 9Colonne - citare la fonte)




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